Abbigliamento creato con tessuti sostenibili, ricercati e accurati
Tessuti unici, ricercati, certificati e sostenibili in nome di uno shopping all’avanguardia.
Spesso alcune persone mi chiedono “mi spieghi il tessuto di questo capo?”. A me viene spontaneo utilizzare termini come popeline, gabardine, garzato, viscosa, velluto, flanella, plumetis…ma per chi non ha che fare con queste parole e non ha la possibilità di associare il tatto a tali termini risulta tutto molto difficile.
Provo a cercare di spiegarvi quali sono i tessuti che maggiormente utilizziamo e lo farò anche all’interno di ogni singolo prodotto proprio nella descrizione del capo.
Partiamo con la definizione di tessuto: manufatto costituito da un insieme di fili, ricavati da fibre tessili, intrecciati fra loro mediante l’opera di tessitura secondo un determinato ordine (che varia creando motivi e finiture differenti). I tessuti vengono detti lisci, o uniti, se nella tessitura i movimenti dei fili dell’ordito sono sempre gli stessi a ogni passaggio della trama, e operati se i fili dell’ordito vengono mossi indipendentemente gli uni dagli altri secondo il disegno che si vuole ottenere. Tessuti a pelo che, in virtù di una particolare rifinizione o per l’uso di speciali tecniche di tessitura, si presentano con il ritto ricoperto da pelo avente o no una direzione preferenziale. In base alla natura delle fibre costituenti il filato: di cotone, di lino, di seta, di lana (distinto in cardato o pettinato); misto, fatto con filati diversi; in fibre artificiali o sintetiche. Tessuti speciali sono ottenuti con materiali non tessili, come i t. di vetro, formati con fili di vetro, usati per rivestimenti protettivi, parafiamme, rinforzi per materie plastiche, e i t. metallici, fabbricati con fili di ferro, ottone, argento, ecc., e utilizzati per rivestimenti, rinforzi e applicazioni diverse.
Inizio con il dire che tutti i nostri tessuti sono CERTIFICATI e a questo link leggete appunto le principali certificazioni, spiegate spero in maniera chiara
Ma veniamo a noi.
Partiamo da un basico dalle mille sfaccettature ovvero il cotone che è un tessuto derivante dalla fibra naturale appunto del cotone, pertanto è di origine vegetale. Viene ricavata dalla fitta peluria che avvolge i semi di una pianta. A seconda del tipo di lavorazione distinguiamo diversi tessuti di cotone: il cotone puro, il cotone percalle, il rasatello e il raso, il garzato, la flanella, il plumetis e tanti altri. Noi utilizziamo tendenzialmente il cotone popeline che per dirla in soldoni è quello delle camicie da uomo: compatto e leggero si presta a moltissimi utilizzi, noi lo prediligiamo per camicie o pigiami.
C’è poi il cotone garzato, tessuto molto leggero, trasparente ma solido (solitamente sono più strati uniti) caratterizzato da alcuni fili di ordito detti “a giro” perché hanno direzione curvilinea e si spostano ora a destra, ora a sinistra. Il cotone sottoposto a “garzatura” risulta con peletti sollevati ed effetto mosso…quel bell’effetto che fa sì che il capo non debba essere stirato ma semplicemente appeso ad asciugare! Lo utilizziamo per camicie, pigiami e camicie da notte. Abbiamo smesso di realizzare crop e abiti perché può tendere (se su capi lunghi) ad ingrossare. Al tatto è morbidissimo e molto delicato sulla pelle.
Cotone oxford: la sua particolarità è di avere i fili d’ordito colorati e i fili di trama bianchi, cosa che accentua l’effetto d’intreccio a cestino formando una minuscola quadrettatura. Tessuto molto fresco utilizzato solitamente per le camicie, ma io lo amo anche per i pantaloni. Al tatto è più consistente del popeline (anche se esiste di diverse grammature) e sembra ruvido ma non sulla pelle, lo dico per farvi capire la differenza con il cotone classico da camicia.
Cotone piquet: tessuto caratterizzato da una superficie a rilievo formata da piccole coste. Questo effetto singolare viene ottenuto grazie ad una catena supplementare e tesa che , passando sulle trame , costringe il tessuto ad incurvarsi formando quindi il voluto incavo che lo caratterizza. In parole povere è il tessuto delle polo di un famoso brand col coccodrillo, può a volte avere una percentuale insignificante di elastane che lo rende un filo stretch. Lo utilizziamo per le magliette con il colletto da bambina e a volte nelle tshirt.
Cotone plumetis: oltre a presentarsi come un tessuto estremamente leggero e prezioso, è dotato anche di una caratteristica veramente particolare ovvero la leggera trasparenza che lo rende fresco ed elegante. La sua è una lavorazione veramente deliziosa fatta da dei piccoli pois in rilievo è molto particolare! Spesso utilizzato anche per gli abiti da sposa, è un tessuto che io amo molto.
La gabardina o gabardine è un tessuto in filato pettinato in tinta unita, di un certo peso e mano asciutta. Noi utilizziamo quello di cotone. Si ottiene con un’armatura a saia che crea una diagonale: sulla superficie del tessuto sono visibili delle piccole costine che caratterizzano proprio questa tipologia di tessuto. Più sono sottili le coste e più il tessuto è di qualità. L’effetto al tatto è quasi un denim.
Flanella di cotone: prendete il cotone con una grammatura media di modo che sia abbastanza pesante e spazzolate
le fibre creando una superficie soffice e “pelosina”. Ecco a voi la flanella!
Velluto Millerighe (operato): Il velluto è un tessuto che presenta sulla faccia del dritto un fitto pelo (velluto unito o tagliato) o una serie di minuscoli anelli di filo (velluto riccio). E infatti un tessuto con un verso quindi si può tagliare in un unico modo. Si realizza a telaio con filati molto sottili usando due orditi, uno dei quali per la base (ordito grosso) ed uno per il pelo (ordito di pelo), e una sola trama. La variante millerighe si ottiene con la tessitura o con i procedimenti di ceratura, calandratura e spazzolatura. Presenta delle righe in rilievo verticali ed è più resistente rispetto al velluto liscio. A seconda della lavorazione e della grammatura ovvero del peso del cotone utilizzato, può risultare più o meno rigido. Esiste anche la variante 500 righe caratterizzato da una consistenza morbida e una trama a righe sottili e distinte. È solitamente più leggero e morbido di quello millerighe. Esistono velluti di lana e di seta, ma quello di cotone rappresenta di gran lunga oggi il più diffuso.
Il velluto liscio che abbiamo poco usato perché difficile da trovare a buon prezzo è come quello millerighe ma non è operato, ha quindi un tipo di lavorazione tecnica diversa, mantenendo comunque il “pelo” del tessuto e dona grandissima e maggiore morbidezza e fluidità.
Viscosa: materiale derivante dalla cellulosa che è ottenuta da diversi tipi di legno, ad esempio, da abete rosso, faggio o bambù. Attraverso il processo di filatura a umido si ottiene un materiale estremamente versatile e modellabile, facile da tingere e lavorare. L’effetto è quello della seta ma senza la rottura della stropicciatura facile ed in più è semplicissima da lavare. La usiamo principalmente per i pantaloni o gli abiti.
Lino: è una fibra naturale, composta per il 70% da cellulosa, dall’origine molto antica, con diverse proprietà che lo rendono un tessuto davvero di pregio. Il Lino è uno dei tessuti più resistenti che esistano grazie alla sua componente cellulosica, che ne rinforza le fibre. E’ sostenibile: la fibra è naturale, riciclabile e biodegradabile; traspirante: assorbe l’umidità senza trattenerla; termoregolatore: si adatta al clima donando freschezza o mantenendo il calore; anallergico: non provoca allergie. Non lo usiamo solitamente “puro” perché costo a parte alle volte risulta troppo soggetto a stropicciatura. Prediligiamo l’unione lino-cotone o lino-viscosa che donano morbidezza e versatilità.
Il Jersey è una stoffa realizzata a maglia rasata. Non è propriamente un tessuto, poiché non è realizzato a telaio e non presenta quindi trama e ordito. Il nome si riferisce alla gran parte dei prodotti della maglieria industriale realizzati su macchine circolari. I tessuti jersey con fili elastan hanno un’elasticità superiore a quelli fermi e sono particolarmente adatti alla confezione di abbigliamento, in particolar modo di magliette e tshirt. La base è sempre cotone e l’elastan varia a seconda della lavorazione e della necessità d’utilizzo.
Pes: ovvero poliestere. Oltre ad un’ottima tenacità e resilienza, le caratteristiche dei fili di poliestere comprendono un’elevata resistenza all’abrasione, alle pieghe e al calore, un elevato modulo di elasticità e una minima ripresa di umidità nonché una buona resistenza agli agenti chimici e fisici. Tutte queste caratteristiche fanno in modo che il poliestere sia impiegato puro o unito con altre fibre naturali, artificiali o sintetiche. Questa sua caratteristica permette di conferire ai prodotti ingualcibilità, resistenza all’usura, stabilità dimensionale (non si restringono) e una facile ripresa della gualcitura anche dopo i lavaggi evitando la stiratura. Si tingono bene. I tessuti di poliestere, grazie al basso coefficiente di assorbimento dei liquidi, non assorbono l’umidità, il che li rende impermeabili e resistenti allo sporco. Dette tutte queste belle cose è un tessuto chimico che non utilizziamo se non in tessuti tecnici per il mare, ma alle volte è presente in minima quantità in altri naturali a causa di un ricamo apposto o di una goffratura necessaria che altrimenti il cotone originale non avrebbe.
Ogni collezione i Versiliani si distingue per la scelta di tessuti sempre originali anche perché in ambito di ricerca ci sono continue innovazioni e novità. Ricerchiamo sempre tessuti che siano piacevoli sulla pelle e che facciano sentire tutti a proprio agio in ogni situazione.